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20 febbraio 2015
Quanto rumore! Ma non si possono creare capri espiatori

Con una recentissima sentenza il Tribunale di Verona ha messo in discussione l’applicazione del criterio della normale tollerabilità in tema di emissioni acustiche, a conclusione di una causa nel corso della quale lo Studio Belvedere ha fatto parte del collegio che ha difeso un’impresa attiva nel settore dell’autotrasporto merci.

Il gestore di un albergo confinante con lo stabilimento di tale impresa lamentava di aver dovuto chiudere un’intera ala della struttura ricettiva a causa del rumore che a suo dire nelle ore notturne proveniva da detto stabilimento, e pretendeva quindi di essere risarcito per svariati milioni di euro.

Nel corso del giudizio il Consulente Tecnico d’Ufficio aveva però riscontrato che l’albergo e lo stabilimento erano circondati da numerose strade percorse anche di notte da un intensissimo traffico veicolare, e che le emissioni acustiche prodotte da tale traffico generavano un rumore molto elevato e discontinuo, tale da superare di oltre 3 decibel il rumore di fondo anche quando nello stabilimento della convenuta non veniva svolta alcuna attività.

Sulla base di tali riscontri il Giudice ha respinto la pretesa risarcitoria del gestore dell’albergo, in quanto quest’ultimo non ha dimostrato che i danni lamentati erano prodotti proprio dal rumore proveniente dallo stabilimento della convenuta, e non dal rumore prodotto dal traffico.
Tale sentenza apre così una breccia in quel granitico orientamento giurisprudenziale, in forza del quale ogni rumore che superi almeno di 3 decibel il c.d. rumore di fondo deve essere considerato sempre e comunque “intollerabile”, e quindi obbliga il suo autore a risarcire i danni conseguenti.

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